Perché Bordone non mi ha convinto

12 Aprile 2011

(Dopo la puntata di Report di Domenica scorsa c’è stato un ribollire generale sulle modalità scelte dalla Gabanelli e dai suoi collaboratori per i servizi sulla rete. Matteo Bordone ha scritto un commento sulla risposta che ha dato la giornalista alle critiche che venivano mosse alla puntata della trasmissione.)

Uno che conosce e frequenta la rete, anche un diciottenne, capisce che lì c’è qualcosa che non va. Perché queste cose le sa. Le sa, e spiega alla propria nonna Cesira (nel mio caso Cesira si chiama Giancarla, è mia madre, e a spiegare sono i miei nipoti diciottenni Valeria e Davide) a cosa stare attenta e dove può sbizzarrirsi. E le assicuro che non le spiega così. E mia madre capisce. Almeno un po’.

Matteo Bordone su Wired

Mi pare molto strano, quantomeno, per non dire un po’ in malafede, che Matteo Bordone non voglia vedere la differenza fra sua mamma e i suoi nipoti e la mamma e i nipoti di un qualsiasi venticinquenne che non ha finito le superiori, che lavora come aiutante meccanico da quando aveva diciassette anni e che la sera si connette a facebook, che poi è internet, che poi è facebook, per vedere le foto delle amiche della cugina.

Uno che frequenta e conosce la rete è per Bordone un se stesso di diciott’anni: ma non è così. La maggior parte delle persone non frequenta la rete: entra su facebook, guarda video sui varî YouQualcosa, non legge i giornali e non partecipa a nessuna discussione in rete sulla rete.

Sicuramente Bordone sa che la maggioranza degli utenti è diversa da lui e da noi, perché è una cosa più che evidente. E mi chiedo anche io quale modo avrebbe scelto lui per spiegare le stesse cose a quel target e in un programma di prima serata sulla televisione pubblica: a me pare che quello scelto da Report sia stato più che accettabile.

Scritto da Reloj il 12 Aprile 2011
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