Archivio mensile:Gennaio 2016

Chi ha ucciso Gregor Samsa? Rai Radio3

«A 100 anni dalla pubblicazione della Metamorfosi, Ennio Speranza insieme ai suoi ospiti conduce una indagine per esplorare la grande vitalità del romanzo e del suo protagonista, per capire chi è Gregor, cosa rappresenta, chi ha sentenziato la sua morte e infine se è giusto e liberatorio che il mostro muoia.

Al centro c’è il testo: una serie di brani tratti dalla lettura radiofonica di Nando Gazzolo del 1995 nella traduzione di Giorgio Zampa, con musiche scelte da Lorenzo Chiera, diretta da Luigi Durissi. Ogni puntata a partire da un aspetto di questo processo di trasformazione mette in luce le molte valenze che, come in un romanzo di formazione, possono essere continuamente scoperte e riscoperte».

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Qui tutte le puntate: http://www.radio3.rai.it/. Durano circa 45 minuti, sono sette e sono andate in onda su radio3 dal 4 aprile al 14 maggio 2015.

Si può ascoltare anche attraverso l’applicazione di Radio Rai, scaricabile da qui: Radio Rai per Android.

Il troll della porta accanto

Primo. Un essere umano altrimenti frequentabile diventa all’improvviso un concentrato di stupidità e violenza. A un certo punto, lo sorprendiamo mentre si aggira nei labirinti telematici con la bava alla bocca e una pietra stretta in mano. Gli domandiamo: “Ehi, che ti succede?”. Lui risponde ringhiando di aver deciso di scendere in campo in nome della giustizia, farfuglia di valori democratici che secondo lui sono stati violati. Usa l’avambraccio per pulirsi un po’ di bava. Poi dice: “Scusa, ho da fare”. Scompare dietro l’angolo. Subito dopo sentiamo un colpo sordo seguito da un urlo strozzato di dolore. La prima pietra è scagliata.

da Proviamo a usare internet per scoprire il mondo invece che per insultare, di Nicola Lagioia. Internazionale.it 09/01/2016

Reliquie

Nel quale si dà conto dei benedetti resti della santa Elisabetta e di altri fatti diversi ma collaterali

Quell’anno venne deciso che si riunissero a Nuoro le reliquie di Santa Elisabetta di Poscia, papessa di Boemia, disperse dopo la sua morte per i discontinui territori dell’Asia Minore. Da ogni parte del mondo arrivarono reliquari d’oro tempestati di preziosi, cofanetti, bauletti, coppe, trittici di bronzo, recipienti bagnati in argento in forma di mani, di piedi, e infine piccoli medaglioni ripieni di sante polveri.

Al momento della riconta dei pezzi si rinvenirono però tre ulne.

Il ritrovamento diede origine a un dibattito teologico senza precedenti, essendo il suo fulcro la seguente questione: ebbe la Santa oltre al dono della bilocazione anche quello del triulnismo, come già l’ebbero i SS. Pistemo di Bolzano e Malenzio dei Fassentini? Esperti si confrontarono su questo tema per mesi e mesi presso i locali della Cattedrale di S. Maria delle Nevi in Nuoro, ma allo scadere del termine previsto non erano ancora riusciti a venirne a capo.

Intervenne così il Pontefice in persona, che ordinò un’analisi dell’acido desossiribonucleico alle tre ulne per verificarne la santa appartenenza. Si venne così a scoprire che una delle ulne era appartenuta non alla santa, ma a zia Mariedda ‘e Santinbentu, di quelli di Boneddu Irillai, che era finita chissà come e chissà quando in Gerusalemme, terrasanta, da dove poi era miracolosamente tornata in occasione della ricomposizione, un giorno, a Nuoro, di Santa Elisabetta di Poscia.