Mi ci metto anch’io
Visto che domani viene rilasciata la nuova versione di Ubuntu, la 9.10 “KarmicKoala”, riporto quasi per intero un post di Antonio Pavolini che vale la pena leggere:
Su Ubuntu non incontrerete mai personaggi molesti come “l’assistente di Office”, semplicemente perché non ne avrete mai bisogno. Non vi chiederete mai dove sono le applicazioni e i documenti: le prime sono sempre a sinistra, i secondi sempre a destra. E quando vi stuferete, potrete cambiare tutto, ma di vostra iniziativa, non perché “qualcuno” ve lo ha suggerito. E a proposito di applicazioni, queste non si trovano in uno “store” a pagamento, ma in un posto dove crescono e migliorano perché c’è sempre qualcuno che “passa e semina”, così voi passerete e raccoglierete i frutti. In cambio, è richiesto (non obbligatorio, ma auspicato), un minimo di feedback sulla community, in cui dite cosa non va e cosa vorreste migliorare, e magari un po’ di evangelism, che è quello che sto facendo in questo momento.
[…] Ma è una questione di feeling. Su Ubuntu non hai mai la sensazione di qualcosa che funziona perché ti è stato venduto, funziona perché deve funzionare e basta. Mai neanche l’ombra di un lock-in. Mai una funzionalità inutile. Mai una presa in giro della tua intelligenza. Mai un orpello di troppo. E se qualcosa non funziona non è mai per negligenza, o perché quella funzionalità non ha un appeal commerciale: semplicemente, non è ancora passato “il seminatore”.
[…] Chiudo con un altro consiglio: se state per buttare un PC, ed è almeno un Pentium con una connessione LAN, non fatelo. Piuttosto, installateci una di queste vecchie distribuzioni di Linux, e donatelo alla vostra scuola. I ragazzi potranno navigarci più velocemente che con un XP con un anno di vita. Molto più utile che accompagnare una vecchietta ad attraversare la strada.
È un invito: provate Ubuntu anche voi, nei prossimi giorni.
Non domani, però. Fate i bravi.
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