Arte e memoria

09 Novembre 2008

Da l’Unità.it, Svastica in mostra: protesta ebraica, leggo:

Per il direttore di Artissima, Andrea Bellini, «che la svastica sia il peggior simbolo del ‘900 non si discute. Ma leggere quell’opera come una apologia del nazismo è una forzatura. L’intento è ridicolizzare quel simbolo. Tra l’altro per me non è neanche un capolavoro. Ci sono anche delle sedie fatte con falce e martello: le dobbiamo censurare?».

Qualcuno direbbe di sì, censurare, censurare tutto. La memoria? Che resti nei libri di scuola, e se possibile, che sparisca piano piano anche da quelli. Della differenza di percezione del fascio e della falce e il martello avevo già detto. Forse fra fare arte e fare apologia di certi ideali la differenza è un filo sottilissimo, ma non mi pare il caso che ogni volta che appare una svastica la polemica infiammi: qualsiasi cosa è legittimo oggetto di arte e di satira. Nel caso specifico, la polemica gira intorno a un’opera esposta all’internazionale d’arte Artissima di Torino. Si tratta di una “enorme svastica d’acciaio da cui spuntano fiori e piante verdi”. Secondo un altro gallerista dell’esposizione “è immorale usare un simbolo che significa morte, dolore e sangue”, mentre secondo il presidente della comunità ebraica torinese quello che colpisce profondamente non è la svastica ma il fatto che sia “in acciaio scintillante con piante e fiori vivi”.

A me, a dire la verità, piace. Sia per l’idea che per i materiali scelti, perché si può interpretare in due maniere opposte: la prima che mi viene in mente è il rifiorire del nazismo, la seconda è che anche le vicende più brutte dell’umanità possono essere assimilate, non messe da parte, non cancellate, ma ricoperte di cose belle. E non credo assolutamente che sia immorale utilizzare un simbolo che rappresenta sangue e dolore. È proprio per ricordare il sangue e il dolore che servono i simboli, altrimenti si dimenticano.

A meno che per Ermanno Tedeschi (sì, si chiama proprio così l’altro gallerista) sia necessaria una serissima, univoca e moralissima sprangata sui denti, per ricordarli.

Scritto da Reloj il 09 Novembre 2008
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