Sfogliando El País di domenica

19 Novembre 2007

ESPEJO EN EL PAVIMENTO

es decir

SUELO REFLEXIONAR

I Clinton.

Barak Obama è il candidato migliore. Perché io sono razzista e lui è negro. Perché non so se l’america ammetterà una cornuta pubblica al suo comando (ma non è che Hillary vuole entrare nella stanza ovale solo per rendere la pariglia al marito?). Perché ho un’innata tendenza verso i perdenti. Un po’ come Gesù Cristo, diciamo. Perché non mi piacciono le famiglie al governo, una specie di rivisitazione della monarchia. Perché lei è una donna e più di un leader rifiuterà di parlamentare con lei, o semplicemente non la accetterà come degno interlocutore. Perché non è il momento.

Musharraf e gli Stati Uniti.

Alla faccia degli Stati Uniti, i militari e il dittatore Musharraf manterranno il controllo delle armi nucleari per sempre. Un sempre relativo, cioè fino a che i pakistani non prendano atto di quello che stanno subendo e non si ribellino all’autorità. Però queste cose devono toccare il fondo per scoppiare. Gli arresti politici si susseguono, ma la situazione può durare anni. Sono per l’autocoscienza, è inutile che l’Europa o gli Stati Uniti si mettano in mezzo. Col tiranno non si può fare diplomazia. Hanno arrestato da poco ‘Imrān Khan, un asso del cricket e attivista politico dal ’97, formato in Inghilterra fra la nobiltà. Un giocatore di cricket professionale non è il massimo per guidare un partito di opposizione a un dittatore militare. Forse mancano gli intellettuali. Forse mancano perché espatriano, per finire a vendere birra dopo le dieci in Piazza Verdi a Bologna.

Ciclone in Bangladesh.

Dove si troverà il Bangladesh? Deve essere una regione dell’India. Un ciclone? Duemila morti? Come se domani morissero agonizzando tutti i calciatori di tutte le squadre di serie A; della Premer League; della Bundesliga, della Primera División. Tutti, panchina compresa. Totti, Henri, Ronaldinho, Luca Toni, Van Nistelroy, Panucci, Buffon. Molti piangerebbero sconsolati. Ci sarebbero manifestazioni pubbliche, funerali di stato, delegazioni internazionali. Ma il Bangladesh non ha campionato.

L’omicidio Kennedy e le relazioni con Cuba.

Dice che J.F. Kennedy voleva cercare di allontanare Cuba dall’Unione Sovietica (come se fossero vicine). Dice che quando hanno ammazzato Kennedy, Castro parlava col suo portavoce a Cuba. Comunque volevo dirvi che Castro è morto. Nessuno me lo toglie dalla testa. E Fidel Castro scrive sui giornali, e Fidel Castro ha un’opinione su tutte le questioni internazionali, e Fidel Castro riceve visite (di Chávez). Non l’ha mai fatto tanto come ora. Io so che è morto. Sta facendo troppe coglionerie per essere vivo.

Hugo Chávez, il narcisista.

Stiamo assistendo alla rovina di un paese e nessuno dice niente. Il caraqueño americano si rivolta nella tomba, mentre un indio ingrassato a pane e burro di arachidi disserta su di lui dai pulpiti di tutto il Venezuela. Hugo Chávez parla troppo. Tutti sono stanchi di sentirlo in ogni radio, in ogni televisione, in ogni giornale. Hugo Chávez parla di sé, parlando del Venezuela. Farà passare la riforma costituzionale, lui avrà più poteri e il Venezuela più esiliati. In Venezuela si instaura una dittatura militare e nessuno dice niente, a parte gli ingenui. Venezuela è il secondo paese produttore di greggio al mondo.

Monarchia.

Il Re è nudo, disse il bambino senza sovrastrutture sociali. Perché non stai zitto, ha detto il Re, nudo di sovrastrutture politiche. Juan Carlos I di Borbone ha espresso tutto quello che i politici e i diplomatici che partecipavano alla Conferenza dei Paesi Iberoamericani avevano in testa da tempo e non potevano esternare. Un  incidente diplomatico che tutti hanno apprezzato, in fondo. Invitare il Re di Spagna – che non ha nessun ruolo nella politica del paese, ma proprio nessuno – a una conferenza politica ha i suoi rischi, ma a volte fa bene rischiare. Magari una frase detta da un reale ingenuo può servire a sbloccare una situazione che causa taciti imbarazzi internazionali, come il governo populista (un altro) di Hugo Chávez in Venezuela.

Scritto da Reloj il 19 Novembre 2007
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