Literatura Andalusí – n°0

21 Maggio 2007

Preambolo: cosa successe

In Spagna – senza generalizzare dirò che ciò succede dove io studio, anche se so che anche in altre università è lo stesso – non si studia dai libri. Dei libri si prende visione, si deve sapere dove cercare l’informazione, ma non immagazzinarla, non ricordarla, non elaborarla; o perlomeno non è richiesto. Alla fine di ogni anno di lezione, ogni alunno consegna in quasi tutte le materie un lavoro di fine-corso, dove in teoria mette in mostra tutte le belle cose che ha imparato dal professore durante un anno di dettati o di lezioni interminabili su questioni altre che la materia insegnata.

Ho sentito questa battuta da un mio professore in una conferenza: “Copiare da un libro è plagio, copiare da due è una ricerca, copiare da tre una tesi di dottorato”. Ho rabbrividito, perché non so se il professore si rendesse conto di aver detto la verità. È così che ho passato un anno a spaccarmi la schiena per scrivere lavori in spagnolo, elaborando informazione, consultando le mille fonti che i professori stessi consigliavano in classe, per poi rendermi conto che i voti più alti erano per le persone che copiavano gli appunti – neanche si scomodano ad aprire un’antologia –. Le fonti che consigliano, spaventosi tomi in lingue straniere, potrebbero anche avere tutte le pagine in bianco, visto nessuno li consulta, nessuno se ne accorgerebbe.

La tesina sulla poesia di al‑Andalus è l’esempio più spettacolare.

Quando a una settimana (naturalmente) dalla consegna, parlo con una mia collega, mi dice che ha “già settanta pagine”. Settanta pagine? Sono molte pagine. Molte. Continua la collega: “È che a copiare tutte le poesie ci si mette un sacco di tempo, poi me ne mancano alcune, dovrò chiedere gli appunti a Xxxx”. Copiare tutte le poesie?? Ma se il titolo doveva essere “La poesia araba andalusa”… io pensavo a un commento, certo, con esempi, ma mica copiare tutte le poesie! Dopo un’attenta analisi, scopro che tutti hanno già settanta pagine e che hanno semplicemente copiato tutte le poesie dalle fotocopie. A questo punto sono in preda a una lotta interiore tremenda: fare come hanno fatto tutti gli altri, e passare stupidamente l’esame, o rischiare di non passarlo, però conservando intatta la dignità, facendo il lavoro come avevo pensato? L’ultimo giorno ho deciso che la dignità era più importante. Devo dire però che ho messo molti più esempi di quanto avessi in un principio progettato.

(to be continued…)

Scritto da Reloj il 21 Maggio 2007
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